martedì 7 marzo 2017

IL CORRIDOIO DELLA CECITA'

          
La vita dell'essere umano si racchiude in una corsa.
C'è chi corre per i soldi, chi per il potere, chi per arrivare a fine mese, c'è persino chi corre al contrario per mostrare il suo anticonformismo.
C'è da tenersi occupati, chi si ferma è perduto.. ma è davvero così?
E se corressimo perché non sappiamo stare fermi?
Magari lo facciamo perché non abbiamo un posto dove stare, perché non siamo mai riusciti a collocarci, perché siamo incapaci di accontentarci.
Quante volte camminando avete evitato di guardare il senzatetto?
Quante volte lo avete deliberatamente ignorato convincendo voi stessi che non avevate tempo?
Magari in realtà avrete pensato “E se fossi io quello lì?” e il solo pensiero vi ha fatto rizzare i capelli, avete allora deciso di correre.
Correre per salvarvi, come se un mostro vi rincorresse, correre per non finire per strada mangiati e sputati fuori dalla stessa società di cui fate parte, che nutrite, che osannate, che continuate ad odiare, giorno dopo giorno.
Questo articolo è dedicato a chi ha paura di star fermo, a tutti coloro che non hanno ancora trovato il loro posto dentro o fuori dalla società.
L'articolo è rivolto a te, che non ti guardi a destra e a sinistra per paura di vedere, a te che hai degli occhi che non hanno mai visto, mossi da un cervello che ha paura d'attivarsi, sospinto senza posa dall'ansia che chiami paura.
Dio benedica gli uomini veri, quelli che aspettano al semaforo, che hanno smesso di contare il minuto, quelli che arrivano tardi, che adorano starsene impalati a pensare.
Dio benedica quel barbone sotto al ponte, che per quanto possa sembrare povero, è riuscito a collocarsi, e ha tanto tempo per guardarsi intorno.
Che l'uomo prenda coscienza di ciò che può o non può accettare, che smetta di guardare solo dritto, che cominci a guardarsi intorno uscendo dalla linea retta, che scelga di vedere aldilà dell'ipotetico cammino tracciato, che evada dal corridoio della cecità assoluta.
Beato l’uomo che ammazza il tempo prima che sia il tempo ad ammazzare lui.

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